In occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne,
sabato 25 novembre, alle ore 18 presso la Sala Consiliare di Oggiono (piazza Garibaldi, 14),
verrà inaugurata la mostra fotografica delle opere della street artist afghana Shamsia Hassani.
L’evento è organizzato dalla CDD (Conferenza Donne Democratiche) della provincia di Lecco
in collaborazione con i Giovani Democratici, il Circolo Pd di Oggiono e la Federazione Pd della
provincia di Lecco.
Da più di un anno, ormai, la mostra delle opere di Shamsia Hassani viene esposta nei capoluoghi di
provincia e in diverse località della Lombardia.
In ogni contesto si è rivelata un’importante occasione per incrociare e veicolare le diverse questioni
che vengono inquadrate sotto la categoria “violenza contro le donne”.
Il femminicidio non è che la punta dell’iceberg di una cultura patriarcale che purtroppo in molti contesti
genera ancora discriminazioni e soprusi, denunciati ormai da numerosi movimenti di donne e uomini.
Per l’iniziativa di Oggiono si è voluto collocare il tema in una dimensione più ampia e, partendo da
quanto sta succedendo nel mondo, dall’Ucraina al Medio Oriente, riflettere su quanto sia alto il prezzo
che le donne pagano nei contesti di conflitto armato. Si è pensato, inoltre, di mettere in luce la straordinaria
capacità di resilienza delle donne e il loro grido di rifiuto verso condizioni non scelte ma subite.
Una sottomissione non più accettata, come se i codici di condotta vecchi di secoli fossero saltati.
Questo accade in Afghanistan, in Iran ma anche nella nostra realtà:
“La caratteristica più bella dei femminismi contemporanei è la capacità che hanno le ragazze di oggi di
non vergognarsi dei soprusi che subiscono, di non tacere più” ( Nadia Terranova).
Nelle opere di Shamsia Hassani le donne non hanno bocca ma le opere, con una gentilezza tutta
femminile, urlano la condizione di violenza a cui sono costrette.
Partendo dalla convinzione che, per la sua storia, l’Europa sia un continente di pace e di diritti,
ci chiediamo perché, anche qui, assistiamo di nuovo al prevalere dell’irrazionalità e della violenza
sulla politica e sulla diplomazia.
Qual è il prezzo che le donne – ma anche i bambini – pagano per questa escalation di conflitti?
C’è una correlazione tra la violenza di genere e una cultura “di guerra”?
E ancora: come le donne si organizzano nel mondo per affrontare le situazioni di violenza?
La dimensione della “sorellanza” può sostenere i processi di pace e agire sulle scelte politiche ed
economiche, incoraggiando soluzioni diplomatiche?
Qual è la percezione e quali gli indirizzi politici, a livello continentale ma anche locale?
Di tutto questo parleremo con
Chiara Zappa , giornalista geopolitica,
Diana de Marchi, portavoce Conferenza Donne Democratiche Lombardia,
Gianmario Fragomeli, consigliere regionale e,
in collegamento con Brando Benifei, parlamentare europeo.
Saranno con noi rappresentanti di realtà afghane e iraniane.