Renzi: “La scelta è tra noi e chi crede alla padania e alle scie chimiche”
Sabato 20 gennaio il Palazzo del Ghiaccio di Milano ha ospitato la manifestazione organizzata dagli europarlamentari del Pd-S&D sul tema “Il futuro si chiama Stati Uniti d’Europa“.
Durante la giornata 11 tavoli di lavoro coordinati dagli eurodeputati del Partito Democratico, per definire, insieme ad esperti e cittadini, la visione del Pd sul presente e il futuro dell’Europa.
Dopo l’introduzione di Patrizia Toia, sono intervenuti Maurizio Martina, Sandro Gozi, Piero Fassino e Gianni Pittella. Ha chiuso i lavori il segretario del Pd, Matteo Renzi. Di seguito trovate i punti principali del suo intervento. In fondo, invece, il video completo dell’iniziativa con tutti gli interventi.
L’intervento di Matteo Renzi in pillole
- La destra a guida populista
“In Italia la destra è guidata dai populisti europei non da popolari. E ogni voto dato a quella destra allontana l’Italia dall’Europa”. “Agli amici del partito popolare europeo dico – aggiunge – che la coalizione del centrodestra non è guidata dal partito popolare europeo, la maggioranza di quella coalizione ce l’hanno le forze populiste di Salvini e Meloni”.
“C’è una coalizione vera in Europa – sottolinea – e non è popolare populista ma mette insieme i due populismi che sono il M5S e la Lega. Non lo diciamo noi ma la realtà. Vi chiedo di guardare i fatti: sia Salvini che Di Maio vogliono il referendum sull’Europa, sull’immigrazione”.
- La campagna elettorale della destra è quella di Babbo Natale
Renzi sottolinea le promesse farneticanti della destra. “Sembra la campagna elettorale della Lapponia, del paese di Babbo Natale”, dice. E’ una sorta di gara a chi offre di più, spiega “dalla dentiera gratis” alla flat tax. “Noi – ha rivendicato Renzi – abbiamo scelto di non fare una campagna elettorale con la lista della spesa, con il libro dei sogni. Ma non rinunciamo alla visione alta e ideale, al sogno, del futuro che vogliamo: e per noi il futuro si chiama Stati Uniti d’Europa”.
- L’attacco a Fontana: razza bianca? C’è solo razza umana
L’intervento del segretario Pd arriva dopo il saluto di Giorgio Gori, candidato alla guida della regione Lombardia, ed è proprio all’avversario di quest’ultimo che si rivolge l’attacco di Renzi. “Caro il mio leghista padano, – dice riferendosi al candidato presidente del centrodestra Attilio Fontana – non c’è la razza bianca né la razza padana ma solo la razza umana“. Rivolgendosi agli elettori Renzi incita a riflettere sul 4 marzo. Spiega che non si può pensare sia la stessa cosa avere un sindaco di centrosinistra e centrodestra. “Pensate davvero sia la stessa cosa avere Giorgio Gori che parla di innovazione tecnologica e di politiche europea – domanda retoricamente – e chi parla di razza bianca?”.
- La nomina di Liliana Segre
“Sono orgoglioso e grato che Liliana Segre sia stata nominata senatrice a vita“. Renzi, quasi in contrapposizione con le uscite razziste del candidato leghista Fontana, elogia la scelta fatta da Mattarella ieri con cui ha nominato la quarta donna nella storia della Repubblica alla carica di senatrice a vita. “Voglio che arrivi a lei l’abbraccio di tutto il Pd e la gratitudine a Mattarella per la scelta che ha fatto” ha concluso Renzi.
- Berlusconi contro Dublino? L’ha firmato lui Milano
“Berlusconi nell’intervista con Barbaro d’Urso si è lanciato nell’attacco contro il trattato di Dublino spiegando che di fatto nazionalizza il problema dell’immigrazione, che fa sì che l’Europa scarichi su di noi la responsabilità dell’accoglienza. è una cosa sacrosanta ma ha dato colpa a Renzi e alla sinistra… ma si dimentica che il trattato di Dublino è stato firmato nel 2003 e il presidente si chiamava Silvio Berlusconi”.
- L’immigrazione e l’Europa
“I Paesi che non si fanno carico dei migranti non avranno lo stesso principio per i soldi che arrivano dall’Italia, non per ripicca, ma per equità. Non puoi pensare che chi costruisce i muri possa lucrare sul fatto di essere dentro l’Europa“. Molti momenti dell’intervento di Matteo Renzi sono necessariamente dedicati all’Europa. Il segretario Pd ne approfitta per ribadire uno dei punti su cui l’approccio dell’Ue deve cambiare. “La vera minaccia all’Europa non sono i populisti, ma la mancanza di una politica – ha aggiunto -. Se c’è una buona politica le cose cambiano, se no vincono gli interessi settoriali e gli egoismi dei singoli Paesi”.
- Le elezioni del 4 marzo come quelle del 1948
Le elezioni del prossimo 4 marzo hanno la stessa valenza di quelle del 1948 quando si rinnovarono i due rami del Parlamento e si decise la collocazione italiana nella politica internazionale. Lo spiega Renzi citando le parole del politologo Sergio Fabbrini. “Lui ha scritto che la posta in gioco alle elezioni del 4 marzo è davvero la più importante – sottolinea – Noi siamo abituati a dirlo sempre. Lui lo dice questa volta. Allora (l’esito del voto ndr.) permise all’Italia di restare nel fronte occidentale”.
- Un voto cruciale anche per l’Europa
In un evento dedicato al futuro d’Europa non potevano mancare le proposte che il Pd intende portare fino in fondo a Bruxelles. Per questo Renzi ribadisce come il voto del 4 marzo sia cruciale anche per l’Ue. “Vogliamo più investimenti per crescita e occupazione, il che significa mettere in discussione la logica dell’austerity, il rafforzamento del bilancio europeo e la creazione di un ministero delle finanze europee”. “Francia e Germania stanno andando sulle nostre posizioni – ha aggiunto il segretario dem -. Chi vota a centrodestra ed è moderato vuole veramente consegnare la guida dell’Italia con le elezioni del 4 marzo al delfino di Marine Le Pen, Matteo Salvini? Come potete pensare di lasciare con il vostro voto il Paese a trazione leghista. Il voto del 4 marzo è cruciale nella costruzione dell’Europa”.
Fonte: www.democratica.com